Al Cristo delle zolle…”È un peccato morir”. Certo, è una felicità bambina ma non ne conosco altra.
Torniamo incoscienti, ci estraniamo, immersi nel bello che ci circonda, scontornati dal resto del cosmo.

Ciclostorica Puglia è un’orgia candida, innocente, una festa campestre lunga 100 km, un inno alla vita, chi vuol esser lieto sia e noi lo abbiamo voluto tutti e cento. Partenzaslow motion, a degustare l’esserci, passaggio a Monopoli centro con colazione, musica e foto, abbinamenti classici mare compreso.

Poi via per la Valle d’Itria, ulivi secolari ospitati in un salotto di muri a secco, orti, prati naturali e, finalmente, anche pulizia dei bordi strada.

Quindi il ristoro al Cristo delle Zolle, un luogo mistico, ritrovo per foto di gruppo e rimando al grande Gianni Brera, che della zolla si definì principe.

A seguire un bel po’ di salita verso Fasano e Locorotondo, saliscendi fra i trulli, panino con complessino in cima.

A quel punto l’immersione nei sentieri bianchi dell’Acquedotto Pugliese, aperti per l’occasione, passaggi in esaltante selva oscura. Incredibile a dirsi ne esco nel terzetto dei primi.

Certo che vale niente, ci ridiamo su, resta solo da planare sopra Polignano a Mare.

Legge ovvia del contrappasso mi scoppia, deflagra proprio, la gomma di dietro. Impossibile anche cambiare camera d’aria, restano solo gambe e scarpe.

Bepi chiama dopo poco, allertato, figurarsi se voglio distoglierlo dal suo trionfo e farmi venire a prendere. 90 km e passa in bici, ultimi 9 alla pedona, tutto finito in gloria a cantare Volare nel primo buio e rifarsi su orecchiette pasticciate alla pizzaiola.

 

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